domenica, dicembre 25, 2005

Auguri di Natale


Vi auguro che diventiate di nuovo bambini...
Di credere in Babbo Natale e di convincervi che ad un certo punto, in un determinato modo, che oggi non potete prevedere e domani non potrete spiegare, vi capiterà qualcosa di magico, di irripetibile, mai visto prima. Altrimenti, dove starebbe la magia?
Di credere che non lottate per un altro giorno, per un altro mese o per un altro anno. Il primo che può cominciare a fare dei cambiamenti nella vostra vita non siete altro che voi stessi. Altrimenti, quale sarebbe il senso?
Di credere nei sogni che avevate da piccoli, che ormai avete lasciato scolorire e di realizzarli. Altrimenti, come troverete la felicità?
Di credere che già da oggi sarete più felici giorno dopo giorno.
Altrimenti, ogni Natale collezionerete delle semplici cartoline, mentre avreste dovuto collezionare auguri.
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Buon Natale a tutti!

mercoledì, dicembre 14, 2005

Il 31 dalla "Locanda del francescano"

Tra il tramonto dell'anno che passa e l'alba di quello che arriva Joelle Paoli, nella magica atmosfera della "Locanda del Francescano" a Calvi dell'Umbria, cercherà di vincere il tempo lasciando indietro il ricordo di sapori indimenticabili attraverso il menù che segue...
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Aperitivo e stuzzichini vari dalle ore 20 alle ore 20,45
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Antipasto
Blinis di polenta con frutti di mare
Petali di fois gras su letto di germogli e fiore
Primi
Savarin di riso con ostriche e champagne
Quadrifoglie di ricotta al fior di rose e burro di mandorle
Secondi
Tagine di maiale con frutta secca e chips di patate
Filetto di orata in crosta di sale aromatico e gratin di zucca
Contorni
Melanzane a funghetti con olive e capperi
Peperoni all'agro
Cicoria del mio campo, ripassata
Pinzimonio di verdure fresche
Dessert
Macedonia esotica
Millefoglie alle fragoline di bosco
Panettone, Pandoro, Torrone e frutta secca
Brindisi di mezzanotte
Fontana di cioccolata calda con cialda di biscotti
Flute di Champagne Mumm
a seguire
Salutiamo il nuovo anno con Lenticchie, Cotechino , Zampone e VinoNovello
Bevande
Acqua SI
Caffe Illy
Vino rosso\Bianco -Ratto delle Sabine
Cantina: ( Extra secondo scelta)
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... e poiché questo giorno di festa richiede un'atmosfera luninosa ve lo consiglio dal profondo del cuore.

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Prenotazione obbligatoria -Sig.na Mariella Tel.0744\710129-Cell.3391881164

domenica, dicembre 11, 2005

Dolci natalizi 2

Lo Stollen di Dresda
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L’origine del "Christstollen" è molto antica: sembra sia stato creato dal re di torte e pasticcerie, Augusto Starke, in Sassonia, ma gli storici la fanno risalire al 1400. Venne citato, infatti, per la prima volta nel 1474, come dolce di quaresima nei libri contabili dell'ospedale di San Bartolomeo. A quei tempi era fatto solamente con farina, lievito e acqua, proprio per rispettare il dogma religioso. Senza burro e latte lo "Stol-len" veniva chiamato anche "Striezel", un dolce insapore. Per questo il principe Ernst von Sachsen e suo fratello Albrecht pregarono il Papa di ritirare la proibizione di utilizzare il burro. Il Papa inviò così uno scritto, che è passato alla storia come "Lettera del burro", in cui concedeva il permesso di utilizzare latte e burro per lo "Stollen" in cambio di una penitenza e una benedizione.
Lo Stollen, per la sua forma, doveva rappresentare il Bambin Gesù avvolto nelle sue fasce.
Anche lo "Striezelmarkt", mercatino natalizio che deve il suo nome al dolce della tradizione, fu nominato per la prima volta nelle cronache nel 1474.
Nel 1560 i fornai di Dresda inaugurarono la tradizione di consegnare al loro padrone per Natale uno o due "Stollen" del peso di 18 chili. Esso veniva trasportato al castello da otto maestri e otto artigiani. Questa consuetudine continuò per lungo tempo. Augusto il Forte fece preparare dalla corporazione dei fornai di Dresda uno "Stollen" enorme di 1,8 tonnellate per circa 24.000 ospiti. La festa dello "Stollen" che ha luogo ogni anno a Dresda in dicembre si rifà appunto a questo evento.
Il "Christstollen" nella sua forma attuale è stato prodotto solo nel nostro secolo in seguito al miglioramento del benessere e ha raggiunto il suo elevato standard di qualità grazie all'utilizzo di ingredienti nobili e pregiati. Già prima della seconda guerra mondiale il "Christstollen", chiuso ermeticamente in scatole di latta, veniva spedito in tutto il mondo. Così alcuni di questi pacchetti con il prezioso dolce natalizio rappresentano il lieto augurio per amici e parenti in tutto il mondo e portano un ricordo di Dresda e della patria sassone lontana.
Anche se esiste una ricetta di base per il "Christstollen" originale, ogni fornaio e ogni pasticcere ha un proprio segreto ereditato dalla tradizione familiare. La grande capacità tecnica, ingredienti scelti provenienti da terre lontane e spezie segrete, tutto questo si mescola qui per diventare una vera e propria opera d'arte pasticcera.
Nel 1900 tutti i produttori artigianali di "Christstollen" interessati si sono riuni-ti nell'associazione "Schutzverband Dresdner Stollen e.V.", che garantisce al consumatore la qualità originale del prodotto attraverso una sorta di certificato, un sigillo ovale con il simbolo della singola ditta e la scritta "Dresdner Stollen Schutzverband e.V.".
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Ingredienti: 500 gr di farina, 175 gr di zucchero a velo, 175 gr di burro, 250 gr di formaggio tipo philadelphia, 2 uova, 50 ml di rhum nero, la scorza grattuggiata di 1 limone, 1 cucchiaino di cardamomo in polvere, 1 cucchiaino di noce moscata, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 125 gr di uva sultanina, 250 gr di uva passa zibibbo, 150 gr di mandorle tritate grossolanamente, 100 gr di arancia candita tagliata a cubetti,
Ingredienti per la glassatura: 50gr di burro, 50 gr di zucchero a velo, 50 gr di zucchero.
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Sbattiamo con il mixer, a velocità bassa, il burro, lo zucchero a velo e le uova. Aggiungiamo il formaggio, e quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati, aggiungiamo le spezie, l'uva passa, le mandorle, l'arancia candita, il rhum e alla fine la farina con il lievito. Ottenuto un impasto morbido, lo lasciamo riposare per mezz'ora circa e lo separiamo in due parti (ognuna di 8 porzioni), dando ad ognuno una forma rotonda dello spessore di 2 cm. Ripieghiamo ognuna delle forme in modo tale che la parte inferiore sporga di 1 cm. In forniamo in forno preriscaldato a 200° per 55-65 minuti. Appena tolto dal forno spennelliamo lo stollen con il burro sciolto, e cospargiamo con lo zucchero cristallino. Quando si sarà raffreddato, lo cospargiamo di zucchero a velo.
Un consiglio, tramandato di generazione in generazione, è quello di preparare lo Stollen qualche tempo prima di Natale, in quanto più tempo resta, più saporito diventa.

venerdì, dicembre 09, 2005

Dolci natalizi 1

In occasione delle prossime festività posterò ricette di dolci natalizi di tutto il mondo...
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Vassilopita (torta di San Basilio)
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La storia della Vassilopita
San Basilio rappresenta per gli ortodossi, quello che San Nicola è per i cattolici, con la differenza che "arriva" il primo dell'anno, giorno in cui si festeggia il santo. I bambini greci, quindi, ricevono i doni a Capodanno da Agios Vassilis.
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La storia della Vassilopita ha inizio circa 1500 anni fa nella città di Cesarea, in Cappadocia, ove Vassilios il grande era il despotas (vescovo). Un giorno si presentò il capo dei banditi che saccheggiavano la regione, e chiese che gli venissero dati tutti gli oggetti preziosi della città, altrimenti l'avrebbe conquistata, saccheggiandola e distruggendola.
Vassilios il Grande, conoscendo la povertà dei suoi concittadini e l'ingordigia dei banditi, pregò Dio di salvare la città. La mattina seguente il capo dei banditi tornò per riscuotere quanto aveva chiesto, ma Vassilios gli rispose che i suoi concittadini, oltre la fame e la povertà, non potevano offrirgli nient'altro. Sentendo queste parole, il bandito si adirò così tanto che cominciò a minacciare Vassilios davanti tutti i cittadini.
I cristiani di Cesarea amavano così tanto il loro despota, che vollero aiutarlo raccogliendo tutti i beni che possedevano per consegnarglieli. Vassilios non smise mai di pregare Dio, chiedendo sempre di salvare la sua città. Quando il capo dei banditi ritornò a ritirare la cassa con i preziosi, non appena allungò la mano per aprirla avvenne il primo miracolo! Tutta la gente che assisteva all'evento vide una luce intensissima e subito dopo uno splendente cavaliere che con il suo esercito galoppava contro i banditi, che i pochi istanti scomparvero. Il cavaliere non era altro che San Mercurio con i suoi soldati, gli angeli.
La città, in questo modo, si salvò, ma per Vassilios comparve un nuovo problema: come restituire a ciascuno i beni che aveva dato, in modo tale che nessuno potesse lamentarsi. Pregando, Dio lo illuminò. Chiamò i suoi diaconi, con i loro assistenti, e gli ordinò di impastare del pane e mettere dentro ogni pagnotta dei preziosi.
Quando i pani furono pronti, vennero distribuiti come benedizione ai cittadini di Cesarea. All'inizio tutti rimasero perplessi, ma la loro sorpresa fu ancora più grande quando, ogni famiglia, tagliando la propria pagnotta, trovava esattamente ciò che aveva offerto. E questo fu il secondo miracolo.
La Vassilopita non è quindi un semplice pane, ma è una benedizione che dona alle persone salute, felicità e prosperità, e si prepara per il primo dell'anno, giorno in cui si festeggia San Vassilios.
Nella Vassilopita contemporanea si mette una moneta, chiamata flourì, e per chi la trova sarà un anno fortunato!
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Una cosa analoga è la Pithiviers (la torta del re), che si prepara per il Capodanno in Francia. Una volta, a casa di amici francesi me ne offrirono un pezzo in cui trovai, invece della moneta, una piccola statuetta della Madonna. Subito mi misero in testa la corona del re, dicendomi che per l'anno seguente avrei dovuto offire io la "Torta del re" insieme alla corona!
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Ricette di Vassilopita ce ne sono moltissime. Quella che vi propongo fa parte della tradizione di Costantinopoli, offerta da Stelios Parliaros.
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Ingredienti: 1 Kg di farina, 5 uova, 250 gr di zucchero, 200 gr di burro, 100 ml di latte, 100 ml di acqua tiepida, 80 gr di lievito di birra, 5 gr di masticha, 5 gr di mahlepi, 1 uovo per spennelare ed un po' di semi di sesamo.
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In una casseruola versiamo il burro, lo zucchero, il latte, la masticha ed il mahlepi. Facendo attenzione a non farli attaccare, non superando i 50°. Togliamo dal fuoco e versiamo le uova, mescolando bene. In un altro recipiente sciogliamo il lievito con l'acqua e li versiamo nella casseruaola. Alla fine aggiungiamo la farina ed impastiamo bene finché l'impasto non si attacca più alle mani. Formiano una palla, e sulla superficie incidiamo una croce, la copriamo con un asciugamano e la lasciamo in un luogo caldo per almeno tre ore, finchè non si raddoppia di volume e scompare la croce. La rimpastiamo leggermente con le mani e separiamo l'impasto in base alla grandezza che vogliamo dare alla Vassilopita. Foderiamo con carta forno la placca, vi poniamo sopra la parte dell'impasto che abbiamo fatto, dandogli una forma rotonda, dello spessore di 4-5 cm. In ogni pezzo mettiamo dentro una moneta e lasciamo al caldo per almeno un'ora, finché non raddoppia di volume. Sbattiamo un uovo con pochissima acqua e con molta attenzione spennelliamo la superficie. Cospargiamo di sesamo e cuociamo in forno preriscaldato a 180°, per un'ora circa, finché la nostra Vassilopita non si stacca dalla carta forno.

venerdì, dicembre 02, 2005

Baklava... dolce degli dei.

Il baklava è un dessert molto popolare in quasi tutte le cucine arabe e mediterranee: ci sono versioni greche, albanesi, bulgare, arabe appunto , israeliane , persiane, armene, bosniache e turche. Le sue origini sono difficili da stabilire con certezza proprio perché molte etnie medio orientali ne rivendicano l’invenzione. Tuttavia, sembra ormai certo che gli Assiri, intorno all'VIII secolo a.C., siano stati il primo popolo nel Mediterraneo orientale a mettere un miscuglio di noci tritate e miele entro sottili strati di una pasta di pane e a cuocerlo in forno, creando così il predecessore del baklava.
Furono poi i marinai e mercanti greci, nei loro viaggi ad oriente, a scoprire questo straordinario dolce ed a portarlo ad Atene. Nel recepire la ricetta i greci la svilupparono, creando una tecnica che permise di stendere la pasta in sfoglie sottilissime, e quindi avvolgere le noci in numerosi strati. Infatti, questo tipo di sfoglia fu detta phyllo, che in greco significa appunto foglia. A partire dal III secolo a.C., il baklava era preparato in ogni occasione speciale in tutte le case che potessero permetterselo.
La sua diffusione in tutta l’area del mediterraneo ha prodotto una quantità infinita di varianti: gli armeni aggiunsero per la prima volta la cannella e i chiodi di garofano; gli arabi il cardamomo e l'acqua di rose. Il nome deriva direttamente dalla parola baklavi, che in arabo significa noci, il suo ingrediente principale.
Quando, nel XV secolo l’Impero Ottomano conquistò Bisanzio, le cucine del Palazzo del sultano di Costantinopoli divennero il centro più importante della cucina orientale, in quanto vi lavoravano i migliori cuochi e pasticcieri di etnie diverse. Questo determinò la trasformazione di molti piatti, che divennero più sofisticati e raffinati. Il baklava fu proprio uno di questi.
La tradizionale forma a triangolo o rombo si deve al “tocco francese”: quando, infatti, nel XVIII secolo l’impero ottomano si aprì all’occidente, il capo dei cuochi del Palazzo non si lasciò scappare l’occasione di assumere Monsieur Guillaume, pasticciere di Maria Antonietta, in esilio, che dopo aver ipsrato a fare il baklava ne modificò l’estetica, con un taglio di forma quadrata, che fu detto "frenk baklavasi".
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Ingredienti: 1 rotolo di pasta phyllo, 2 tazze e mezzo di noci tritate, 1 tazza di pistacchi, 200 gr di burro fuso, 2 cucchiai di miele, 2 cucchiai di zucchero, 1 cucchiaio di cannella in polvere.
Per lo sciroppo occorrono 1 tazza di acqua, 2 tazze di zucchero, qualche chiodo di garofano ed una stecca di cannella.
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In una ciotola mescolate insieme le noci, i pistacchi, lo zucchero, il miele e la cannella. In una pirofila rettangolare, ben imburrata e dai bordi alti, adagiate 5 fogli di pasta phyllo, spennellando di volta in volta, ognuno con del burro fuso. Versateci sopra il trito di noci e pistacchi. Ricoprite con altri 5 fogli, anch'essi spennellati ognuno con il burro, compresa la superficie dell'ultimo. Con un coltello unto, incidete la pasta in modo da formare dei rombi (o se preferite dei quadrati). Infornate a 180° per circa 40-50 minuti. Preparate lo sciroppo versando tutti gli ingredienti in un pentolino e facendo bollire per circa venti minuti. Versate lo sciroppo sul baklava freddo e lasciate ancora raffreddare.
Potete accompagnare questo dolce con un bicchiere di Moscato di Samos... dolce e fruttato.