venerdì, dicembre 09, 2005

Dolci natalizi 1

In occasione delle prossime festività posterò ricette di dolci natalizi di tutto il mondo...
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Vassilopita (torta di San Basilio)
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La storia della Vassilopita
San Basilio rappresenta per gli ortodossi, quello che San Nicola è per i cattolici, con la differenza che "arriva" il primo dell'anno, giorno in cui si festeggia il santo. I bambini greci, quindi, ricevono i doni a Capodanno da Agios Vassilis.
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La storia della Vassilopita ha inizio circa 1500 anni fa nella città di Cesarea, in Cappadocia, ove Vassilios il grande era il despotas (vescovo). Un giorno si presentò il capo dei banditi che saccheggiavano la regione, e chiese che gli venissero dati tutti gli oggetti preziosi della città, altrimenti l'avrebbe conquistata, saccheggiandola e distruggendola.
Vassilios il Grande, conoscendo la povertà dei suoi concittadini e l'ingordigia dei banditi, pregò Dio di salvare la città. La mattina seguente il capo dei banditi tornò per riscuotere quanto aveva chiesto, ma Vassilios gli rispose che i suoi concittadini, oltre la fame e la povertà, non potevano offrirgli nient'altro. Sentendo queste parole, il bandito si adirò così tanto che cominciò a minacciare Vassilios davanti tutti i cittadini.
I cristiani di Cesarea amavano così tanto il loro despota, che vollero aiutarlo raccogliendo tutti i beni che possedevano per consegnarglieli. Vassilios non smise mai di pregare Dio, chiedendo sempre di salvare la sua città. Quando il capo dei banditi ritornò a ritirare la cassa con i preziosi, non appena allungò la mano per aprirla avvenne il primo miracolo! Tutta la gente che assisteva all'evento vide una luce intensissima e subito dopo uno splendente cavaliere che con il suo esercito galoppava contro i banditi, che i pochi istanti scomparvero. Il cavaliere non era altro che San Mercurio con i suoi soldati, gli angeli.
La città, in questo modo, si salvò, ma per Vassilios comparve un nuovo problema: come restituire a ciascuno i beni che aveva dato, in modo tale che nessuno potesse lamentarsi. Pregando, Dio lo illuminò. Chiamò i suoi diaconi, con i loro assistenti, e gli ordinò di impastare del pane e mettere dentro ogni pagnotta dei preziosi.
Quando i pani furono pronti, vennero distribuiti come benedizione ai cittadini di Cesarea. All'inizio tutti rimasero perplessi, ma la loro sorpresa fu ancora più grande quando, ogni famiglia, tagliando la propria pagnotta, trovava esattamente ciò che aveva offerto. E questo fu il secondo miracolo.
La Vassilopita non è quindi un semplice pane, ma è una benedizione che dona alle persone salute, felicità e prosperità, e si prepara per il primo dell'anno, giorno in cui si festeggia San Vassilios.
Nella Vassilopita contemporanea si mette una moneta, chiamata flourì, e per chi la trova sarà un anno fortunato!
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Una cosa analoga è la Pithiviers (la torta del re), che si prepara per il Capodanno in Francia. Una volta, a casa di amici francesi me ne offrirono un pezzo in cui trovai, invece della moneta, una piccola statuetta della Madonna. Subito mi misero in testa la corona del re, dicendomi che per l'anno seguente avrei dovuto offire io la "Torta del re" insieme alla corona!
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Ricette di Vassilopita ce ne sono moltissime. Quella che vi propongo fa parte della tradizione di Costantinopoli, offerta da Stelios Parliaros.
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Ingredienti: 1 Kg di farina, 5 uova, 250 gr di zucchero, 200 gr di burro, 100 ml di latte, 100 ml di acqua tiepida, 80 gr di lievito di birra, 5 gr di masticha, 5 gr di mahlepi, 1 uovo per spennelare ed un po' di semi di sesamo.
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In una casseruola versiamo il burro, lo zucchero, il latte, la masticha ed il mahlepi. Facendo attenzione a non farli attaccare, non superando i 50°. Togliamo dal fuoco e versiamo le uova, mescolando bene. In un altro recipiente sciogliamo il lievito con l'acqua e li versiamo nella casseruaola. Alla fine aggiungiamo la farina ed impastiamo bene finché l'impasto non si attacca più alle mani. Formiano una palla, e sulla superficie incidiamo una croce, la copriamo con un asciugamano e la lasciamo in un luogo caldo per almeno tre ore, finchè non si raddoppia di volume e scompare la croce. La rimpastiamo leggermente con le mani e separiamo l'impasto in base alla grandezza che vogliamo dare alla Vassilopita. Foderiamo con carta forno la placca, vi poniamo sopra la parte dell'impasto che abbiamo fatto, dandogli una forma rotonda, dello spessore di 4-5 cm. In ogni pezzo mettiamo dentro una moneta e lasciamo al caldo per almeno un'ora, finché non raddoppia di volume. Sbattiamo un uovo con pochissima acqua e con molta attenzione spennelliamo la superficie. Cospargiamo di sesamo e cuociamo in forno preriscaldato a 180°, per un'ora circa, finché la nostra Vassilopita non si stacca dalla carta forno.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Είναι η απόλαυση και όχι η κατοχή που φέρνει την ευτυχία!!!!

Anonimo ha detto...

Εκείνα τα πρώτα Χριστούγεννα, ο Θεός δίδαξε την ανθρωπότητα τι σημαίνει να είναι κανείς άνθρωπος. Να δίνει, όχι να παίρνει. Να υπηρετεί, όχι να εξουσιάζει. Να τρέφει, όχι να καταβροχθίζει....

Anonimo ha detto...

Arrivo sul tuo "dolce" blog sulle tracce di San Mercurio e apprendo una leggenda che ignoravo e che mi trascriverò prontamente.
Grazie, credo che ci incontreremo ancora.
Intanto ti invito a venirmi a visitare sul mio blog:
http://canzonipoesie.splinder.com
Buone feste e buon Anno
Paesanino

Anonimo ha detto...

Doverosamente avverto che ho trascritto, stammattina a Capodanno, più meno alla lettera, la leggenda sul mio blog, ma per problemi di server non sono riuscito ancora a completarla con gli opportuni rimandi a questa fonte.
Mi dispiace per il disguido, ma conto di rimediare appena la piattoforma Splinder mi darà l'opportunità tecnica di farlo.
Scusandomi per l'accaduto, auguro un felice 2006
Paesanino

Anonimo ha detto...

Curiosa la leggenda greca ripresa da questo blog che ho appreso per il tramite del Paesanino (http://canzonipoesie.splinder.com). Curiosa, ma del tutto in linea con l'agiografia mercuriana e basiliana, che spesso si incrociano. E che narrano delle minacce scagliate dall'imperatore Giuliano l'Apostata contro San Basilio, vescovo di Cesarea di Cappadocia, reo di aver offerto all'imperatore in transito con le truppe imperiali un dono plebeo: alcuni pani di orzo (un particolare che ritorna, questo dei pani). Irato per quello che aveva considerato una sorta di lesa maestà, l'imperatore giurò lo sterminio della città al ritorno della spedizione in corso contro i Persiani. Ma l'indugio gli costò caro. Giuliano fu ucciso nel corso di quella campagna militare e non per mano dei persiani. Una freccia (o forse una lancia) lo trafisse nel suo quartier generale. E nessuno seppe mai chi fu a scagliarla. A niente valse l'inchiesta promossa dalle alte gerarchie militari per individuare il misterioso colpevole. Ne approfittarono i cristiani per indicare in San Mercurio, martire a Cesarea oltre un secolo prima, il giustiziere di Giuliano l'Apostata. A sollecitare il miracoloso intervento del Santo Guerriero sarebbero state le incessanti preghiere del vescovo Basilio per scongiurare la salvezza della città e dei suoi abitanti.
Così l'agiografia tradizionale. Colpisce apprendere ora che la tradizione popolare greca abbia abbassato la figura dell'imperatore al rango di capo di un'orda di predoni. Colpisce apprendere che San Mercurio sia stato sollecitato a lasciare il trono celesto per fermare un predone e non già l'uomo più potente della terra, Giuliano l'Apostata, imperatore dei romani.
Giovanni Mascia

PS
Mi farebbe piacere conoscere altre informazioni su San Mercurio, qualora in Vostro possesso. Grazie.
giomascia@tin.it

Orizzontidelgusto ha detto...

Ciao Giovanni,ho ancora del materiale su S. Mercurio, ma è in greco e mi occorre un po' di tempo per tradurlo in italiano.
Prometto che lo farò appena mi sarà possibile.