L’uso della parola “castagnaccio” sembra risalga al 1449 (l'etimologia della parola è semplice: deriva dall'aggettivo castaniaceus del latino medievale), ma le origini del dolce, semplicissimo, povero e nutriente, fatto all’inizio soltanto di farina di castagne e acqua, sono sicuramente assai più lontane nel tempo.
Questo dolce, sembrerebbe tipico della Toscana, ma è diffuso un po’ dappertutto e con molte varianti territoriali, anche nel nome (“migliaccio”, se fatto con farina di marroni, ma anche “pattona”...).
Il castagnaccio è stato accolto e valorizzato dai romani in modo eccellente, probabilmente per via della grossa produzione di castagne nella nostra regione laziale, così che il dolce, romanizzato, è stato ribattezzato con il nome al femminile "castagnaccia".
A Roma, nel quartiere Testaccio, esisteva l'indimenticabile "bottega de zio", dove si vendeva solo "castagnaccia" al taglio. Quando era l'ora della "sfornata" nessuno si tratteneva e si faceva la fila per quattro soldi di torta alla farina di castagne, umile, semplice, ma tanto buona. Ma a Testaccio c'era anche un'altro "gnaccino" famoso, Napoleone, che con il suo carrettino stracarico di leccornie di ogni genere e dell'immancabile teglia di cstagnaccia, aspettava i ragazzi davanti alle scuole e gli offriva una "fetta de gnaccia calla calla".
Mi piace rammentare, inoltre, che la superstizione attribuiva al rosmarino un significato amoroso. Si credeva che se un giovane avesse mangiato “la gnaccia” col rosmarino offertagli da una ragazza, se ne sarebbe innamorato e l’avrebbe chiesta in sposa...
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Ingredienti: g 30 di uvetta (fatta rinvenire in acqua tiepida), g 30 di pinoli, g 300 di farina dolce di castagne, 1 pizzico di sale, 1 manciata di foglie di rosmarino, acqua q.b.
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In una terrina miscelare la farina di castagne con il sale e lo zucchero. Impastate con l'acqua necessaria ad ottenere un impasto né denso né liquido. Aggiungete i pinoli, l'uvetta ben strizzata e le foglie di rosmarino, ed impastateli al composto. Ungere con olio di oliva una teglia larga e bassa e versate l'impasto con uno spessore di circa 2 cm. Irrorate con un filo d'olio d'oliva e cuocete in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti (la superficie scura del castagnaccio deve fare delle screpolature).
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.... a zì, la giunta, mettece la giunta!
5 commenti:
Ho provato le ricetta, OTTIMA!! Alla prossima golosità..............
Ormai sono un abituè del tuo sito :-) Questa ricetta l'ho indicata in questo articolo: Castagne. Per loro c'è chi aspetta con impazienza l'autunno.
Ciaoooo!
Ecco, tu mi dici "castagnaccio" e poi "testaccio". E io sono Romana de Roma e Nonna mi portava a fare la spesa con lei al mercato ogni sabato.
E come faceva il castagnaccio Nonna mia...
Ciao!
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