martedì, febbraio 13, 2007

I sette vizi capitali: Ira


In la palude va c'ha nome Stige
questo tristo ruscel, quand' è disceso
al piè de le maligne piagge grige.
E io, che di mirare stava inteso,
vidi genti fangose in quel pantano,
ignude tutte, con sembiante offeso.
Queste si percotean non pur con mano,
ma con la testa e col petto e coi piedi,
troncandosi co' denti a brano a brano.
Lo buon maestro disse: «Figlio, or vedi
l'anime di color cui vinse l'ira;
e anche vo' che tu per certo credi
che sotto l'acqua è gente che sospira,
e fanno pullular quest' acqua al summo,
come l'occhio ti dice, u' che s'aggira.
Fitti nel limo dicon: "Tristi fummo
ne l'aere dolce che dal sol s'allegra,
portando dentro accidïoso fummo:
or ci attristiam ne la belletta negra".
Quest' inno si gorgoglian ne la strozza,
ché dir nol posson con parola integra».
(Inf., VII, 106-126)
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Nessuno, né Dio (nei confronti di Adamo), né Cristo (verso i mercanti del tempio), si è sottratto a questo sentimento...
L'ira è un sentimento che mette l’animo in conflitto con il mondo esterno o con se stesso, che ci fa perdere il controllo delle nostre azioni e che tira fuori da noi una componente irrazionale... per tale ragione, come ci ricorda Aristotele, non si deve confondere con l' odio, che è invece un sentimento razionale volto alla distruzione. Per Aristotele, tuttavia, "L'ira è necessaria; senza il suo apporto - senza che essa invasi l'anima e infiammi il coraggio - non è possibile affatto affrontare alcuna battaglia; ma bisogna farne uso opportuno, ponendola al nostro servizio e non viceversa... Arrabbiarsi è facile, ne sono tutti capaci, ma non è assolutamente facile, e soprattutto non è da tutti arrabbiarsi con la persona giusta, nella misura giusta, nel modo giusto, nel momento giusto e per la giusta causa" (Etica a Nicomaco). Dobbiamo quindi conoscere le nostre passioni e saperle controllare, ma non reprimerle, dobbiamo dar loro espressione... ma nella "giusta misura". Non è di questo parere, invece, Seneca, secondo cui l’ira, anche se controllata è sempre un male: “una passione sotto controllo non è altro che un male sotto controllo” (De Ira).
Io ritengo che l’ira sia un male solo se irragionevole, al pari dell’arrendevolezza e della magnanimità. L’ira “buona” è per me l’ira per zelum, di cui parla S.Tommaso, ossia quella che mossa da un profondo senso di giustizia, ci permette di sdegnarci del male commesso.
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Le lingue dell’iracondo (filetti di pagro in crosta di cocco piccante)
..

Ingredienti: 800 gr di filetti di pagro, 2 peperoncini rossi sminuzzati, 4 cucchiai di salsa di soia leggera, 1 cucchiaio di coriandolo fresco tritato, il succo di 2 lime, 100 ml di nam-pla (salsa di pesce tailandese), 4 cucchiai di birra, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva, 40 gr di farina, 65 gr di maizena, 4 cucchiai di farina di cocco, olio di semi di girasole per friggere.

Tagliate i filetti in strisce di 2-3 cm di spessore. In una ciotola mettete metà del peperoncino, la salsa di soia, il coriandolo, il succo di lime e metà della nam-pla. Versate questa salsa sui filetti e lasciateli marinare per mezz’ora in frigorifero. Miscelate nel mixer il restante peperoncino, con l’altra metà di nam-pla, la birra, l’olio, la farina e la maizena. Aggiungete tanta acqua quanto basta a formare una pastella leggera. Lasciatela riposare per 10 minuti. In una padella profonda, fate scaldare bene l’olio. Togliete i filetti dalla marinatura ed immergeteli uno per uno nella pastella, in modo che ne siano avvolti, panateli con la farina di cocco, immergeteli nell’olio bollente e friggeteli un poco per volta, per qualche minuto, finché siano dorati e croccanti.

Potete servirli con del riso jasmine cotto al vapore, condito con un po’ di salsa nam-pla e guarnito con foglie di coriandolo e fette di lime.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Se siamo irritati senza motivo, lo siamo sempre perchè il motivo è nascosto in noi e ci è molto scomodo scoprirlo.

Paul Bourget

Dimitrios

Anonimo ha detto...

Bellissimo questo piatto e la foto è stupenda.
Ciao.

nini ha detto...

l'ira a volte ci sveglia, ma dev'essere non violenta ..rivoltarsi per una causa giusta puo' giustificarla,non?
ciao

Orizzontidelgusto ha detto...

@isola e Dimitrios,
Sono sempre più sincere le cose che diciamo quando l'animo è irato che quando è tranquillo.
Marco Tullio Cicerone

@orchidea,
...frutto di un momento d'ira!

@Nini,
assolutamente sì!

Anonimo ha detto...

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